Diario di viaggio
2 agosto 2008
Quest'anno a partire per una nuova avventura del Se.A.Mi. sono: Suor Elisa, Paolo da Assisi, i coniugi Morra (Salvatore e Annarita), Cesco, Livia, Cecilia, Daniele, Matteo e Marco!
Si parte... sullo schermo posto sulla testa di chi è davanti a ciascuno di noi assistiamo al decollo in diretta... è in collegamento con una telecamera sulla pancia dell'aereo!
Non è la prima volta che sorvolo il Sahara, eppure oggi mi sembra così immenso... e io mi sento lontano da casa. Ridendo prima si diceva: "partire è un po’ morire...", in effetti quello che sento è angoscia e curiosità, fragilità e desiderio di toccare con mano questa Africa, diventata quasi d'improvviso (e di sicuro ingenuamente) così importante per me. Mi piacere affidarci al Signore, consegnare a Lui questo viaggio, invitarlo ad essere un compagno prezioso ed irrinunciabile di questi 15 giorni. Speriamo bene, preghiamo bene, viviamo bene.
Burkina Faso - Koupela, 3 agosto 2008
Stanchi provati dal viaggio, nonostante l'emozione di essere giunti a destinazione, non vediamo l'ora di scendere da questo pulmino che stamane ci ha prelevati dalla missione delle suore di Ouagà, dove abbiamo sostato un po’ per bere mangiare, sgranchirci le gambe, lavarci e riposare... Ma, arrivati quasi a destinazione, inaspettatamente ad attenderci sulla strada che porta alla missione di Batenga – Koupela, c'erano tutti i bambini accompagnati da qualche mamma e da qualche vecchio del villaggio che, alla vista del mitico pulmino, ci sono letteralmente corsi incontro, acclamando, cantando, ridendo e levando in alto le braccia, per darci un caldo bienvenus. Alla fine è stato naturale per noi scendere dal pulmino bianco per unirci alla marcia ed al canto dei nostri straordinari ospiti!
Burkina Faso - Koupela, 4 agosto 2008
Oggi giornata ricca. La mattina abbiamo incontrato il secondo gruppo di bambini, che come se fossimo appena arrivati (per loro lo eravamo!), ci hanno rinnovato il loro caldo benvenuto. Sembrava di essere un po’ ad una recita scolastica di fine anno ...e noi tutti, dietro i nostri banchi ...così schierati, sembravamo una giuria di esaminatori. Un po’ di disagio per questo... ma le suore e l'équipe di organizzatori (alcuni genitori davvero in gamba e Guillaume, il presentatore ufficiale e factotum della fraternità, avevano preparato tutto nei minimi dettagli.
Ci siamo sentiti davvero ospiti importanti, sensazione sostenibile solamente ricordando a noi stessi di essere la presenza rappresentante delle moltissime persone che dall'Italia aiutano questi bambini. In ogni danza, in ogni canto c'erano infiniti “merci” (grazie) per i padrini e le madrine. Questa comunità ci dona oggi un esempio sorprendente di solidarietà e di autoorganizzazione. Coloro che sono stati toccati da un'esperienza positiva con le suore, e con ciò che loro rappresentano, hanno formato un'equipe di sensibilizzazione che diffonde ed irriga la propria terra e la propria gente di un germe di novità... e di speranza! Cambio di mentalità, presa di responsabilità e tanto lavoro. I Burkinabè sono fieri di essere il popolo degli "uomini integri" e questo si legge tra le rughe profonde e gli occhi vivaci degli anziani del villaggio che ci stringono la mano con fermezza in una profusione così dignitosa di inchini.
Burkina Faso - Koupela, 5 agosto 2008
Nel pomeriggio abbiamo incontrato i ragazzi disabili aiutati da suor Leontine che aveva iniziato questa nuova attività con i sei ragazzi disabili che aveva precedentemente individuato suor Emilia. Sr Leontina ha lavorato tanto per sensibilizzare le famiglie ed il resto del villaggio. Così, ad oggi, ha censito 100 ragazzi: 70 sono già stati operati, alcuni sono all'ospedale in attesa dell'intervento, altri attendono. Gli interventi sono finanziati dalla "Fondazione Liliane" che copre però solo le spese dell'operazione e solo per i bambini-ragazzi da 0 a 24 anni.
Il nostro aiuto serve a Suor Leontine per i ragazzi sopra i 25 anni, per gli ausili (stampelle etc.…), per la riabilitazione post-operatori, per il reinserimento dei bambini a scuola e per l'avviamento ad una professione.
Suor Leontine si occupa anche di far operare i bambini di cataratta congenita all'ospedale di Koupela. Anche loro, hanno preparato canti, danze di benvenuto. In più, alcuni tra i ragazzi più grandi hanno portato la testimonianza della propria esperienza, confidandoci come l'incontro con Suor Leontine, con una nuova speranza donata, accettata e realizzata, non senza difficoltà, abbia cambiato la loro vita. Significativo è stato come l'accento sia stato posto sul cambiamento di vita spirituale, emotivo... dell'anima, piuttosto che negli arti un tempo storti. Siamo in chiusura.
L'ultima sera nella terra Burkinabè... in cerchio con le suorine di questa comunità (Suor Leontine, Suor Monique, Suor Jeanne e Suor Christine). Le suore ci mostrano i libretti di risparmio e di conto corrente dei bambini. Ogni suora tiene perfettamente conservati in ordine i libretti dei bambini del proprio gruppo. Unitamente ad ogni libretto conservano anche l'estratto conto corrispondente. Utilizzano tipi di investimenti diversificati per non rischiare di mischiare i conti dei bambini appartenenti ai diversi gruppi dal momento che molti bambini hanno nomi identici.
"Beati gli afflitti perché saranno consolati"
" Nella misura in cui partecipate alla sua sofferenza, partecipate alla sua gloria". (Pietro)
" Quello che prima mi risultava amaro, diventò dolce”. (Francesco)
6 agosto 2008
Lasciamo Koupela, direzione Togo. Arriviamo a Dalwak, in un posto meraviglioso (sembra di stare al Grand Hotel del Togo!), dove incontriamo i bambini di Dapaong.
"Beati i miti perché erediteranno la terra." La mitezza non esclude la lotta all'ingiustizia.
Togo - Bombouka, 7 Agosto 2008
Questa forse finora è stata la giornata più impegnativa. I passaggi di testimone sono sempre impegnativi e ce ne siamo resi conto oggi all'imbarazzo e alla timidezza che lasciavano trasparire tutta la difficoltà della magrissima suor Julienne che ha ereditato la gestione del gruppo BB. Abbiamo giocato tanto e i bambini si sono divertiti questo è l'importante!
"Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati".
Dall'avere per noi all'essere per gli altri.
Togo - Dapaong, 8 agosto 2008
Stamani visita al carcere. Per chi c'era già stato gli anni precedenti è stato facile constatare i miglioramenti strutturali... Anche l'atteggiamento delle guardie era un poco più accomodante. Ci hanno addirittura concesso di scattare qualche foto! Entrando non c'era quel tanfo insopportabile che temevamo e ci aspettavamo.
Il vecchio carcere è ormai rimasto solo un "atrio-cucina" del nuovo. I carcerati ti attendevano ammassati in un altro grande cortile. Sotto lo sguardo attento delle guardie e di fra Fernando abbiamo distribuito loro un sapone per ciascuno. L'incontro con frate Fernando è stato illuminante!
Innanzitutto Fra Fernando ci ha rivelato quale eredità enorme ha lasciato suor Eleonora. Quando lei se n'è andata... a lui "son venute le vertigini"... forse non sapeva come poter prender quel posto così speciale nel cuore dei carcerati. Ma suor Eleonora, prima di partire da Dapaong, lo aveva tranquillizzato ed anche dal punto di vista materiale gli aveva detto di star sereno perché lasciava un conto corrente aperto per il carcere.
Le esigenze più impellenti per cui raccogliere fondi sono le medicine, il trasporto per l'ospedale, gli abiti e il trasporto per il ritorno a casa dei carcerati
"Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia". Consapevoli di essere tutti peccatori.
"Chi si compromette con i poveri, paga di persona" (Fr. Fernand)
"Senza immergersi nel fango si tradisce due volte la giustizia" (P. Giuntella)
Togo - Niamtougou, 9 agosto 2008
Dopo un viaggio piuttosto tranquillo, la strada è di gran lunga migliorata dall'ultimo viaggio... arriviamo a Niamtougou, siamo pronti ad incontrare il primo gruppo NG. Incontriamo bambini e genitori del refettorio aperto dietro i Foyer delle ragazze. I giochi sono diretti interamente da suor Elisa e la Suora responsabile del gruppo con la collaborazione di Prisca per la traduzione.
Togo - Niamtougou, 10 agosto 2008
Ore 6.30: Messa! La maggior parte di noi non ha capito niente, eravamo forse un po’ assonnati ed affamati, ma che bella esperienza! I canti sono l'anima di questa Messa! Sembra di stare ad una bella festa!
Togo - Niamtougou, 11 agosto 2008
Oggi abbiamo visto l'ultimo gruppo. I bambini di Yaka sono però venuti qui. La montagna da Maometto... Solita distribuzione di tesserini e doni. Stavolta la traduzione di raccomandazioni ed "istruzioni per l'uso" va fatta nella doppia lingua che si parla a Yaka. E alla fine... giochi! Colosseo, calcio, palla avvelenata, gatto e topo, canti e danze... anche le mamme, ben vestite ingioiellate hanno voluto partecipare e "sfidare" alla guerra dei galli!
Togo - Niamtougou, 12 agosto 2008
Stamattina Livia e Cesco sono andati al dispensario di Yaka, il pomeriggio è la volta del "progetto micro-credito" la cui illustrazione è riportata dopo il “Diario di viaggio”.
Togo - Verso Lomè 13 agosto 2008
Siamo al Sud, attraversiamo la regione più fertile del Togo... gli scenari cambiano... qui comincia ad esserci più vita, più varietà, più ricchezza forse. Al bivio per Lomé siamo costretti a scegliere la strada secondaria che, invece di raggiungere la capitale in 150 km, ne promette 250. Alle 18.00 arriviamo finalmente alla missione di Lomé. Ci accoglie Suor Emilia. Qui è bellissimo: belle stanze, un'enorme cappella piena di vetrate colorate ed intarsi in legno, un bel giardino e l'apatam quadrata!
Togo - Lomé, 14 agosto 2008
Prima di prender la strada per fuori, Suor Emilia ci accompagna a visitare la Farmacia dei Poveri che si trova dentro al complesso dell’ospedale statale di Lomè. Nella consapevolezza dell'insufficienza delle risorse farmaceutiche, è stato creato un sistema per il quale gli stessi medici e infermieri dell'ospedale, selezionano quei pazienti che essendo sotto una data soglia di povertà, hanno diritto a recarsi alla farmacia dei poveri per ricevere le medicine prescritte dagli stessi medici.
Togo – Anyrokopè 15 agosto 2008
Povertà..., ma tanto verde lussureggiante, acqua, palme, colori bellissimi... ma questo villaggio ci si mostra davvero in tutta la sua povertà. Sulla stradina che passa in mezzo alle poche case una scia nera e continua di immondizia proprio in mezzo. Bambini e pintades ci scorrazzano sopra tranquilli, è la normalità. Ci accolgono le suore... in verità sembrano un po’ perplesse, forse non sanno cosa aspettarsi, in fondo non ci conoscono. È una realtà da poco entrata nel "mondo Se.A.Mi”. Forse la dura realtà di questo posto le ha rese un po’ "diffidenti", forse sono semplicemente stanche... forse non è giusto far confronti fra le suore delle varie comunità. In realtà, da queste piccole cose, da piccoli gesti, da sensazioni... dipende la nostra "sicurezza" nello stare qui... il nostro sentirci “nel luogo” e non fuori, il nostro riconoscerci come Se.A.Mi., come qualcosa di utile e non di arrogantemente dominante. Siamo fragili come uomini e come realtà sociale. Il senso del nostro essere qui, del nostro fare a Roma, è strettamente dipendente dalla relazione con le suore locali e, tramite loro, con le reali esigenze della gente del posto. Se non servisse più, se ci fossero altri modi per ottenere quello cui miriamo, il nostro essere Se. A. Mi. non avrebbe più ragion d'esistere, rimarrebbe l'Amore per le persone incontrate.
Togo – Lomè 15 agosto 2008
Alle 7.00 Messa della Assunzione nella cappella delle suore. Non ci son i ritmi di salsa ma sempre tanti canti, tutte le suore cantano e noi cerchiamo di stare loro dietro.
Dopo la Messa, andiamo a visitare la Pouponnière che si trova proprio dentro il recinto della missione. È una bella struttura circondata da un giardino verde curato nei minimi dettagli, piante, fiori, giochini per i bambini: la Pouponnière è il "fiore all'occhiello" del Togo, come più volte ci ha ripetuto suor Elisa. È una struttura di accoglienza dei bambini abbandonati che funziona da parecchi anni e che funziona talmente bene che il governo ha pensato bene di farne un po’ la sua carta d'oro di presentazione. È evidente comprendere come, grazie alle adozioni internazionali, questa struttura sia uno specchio importante dell'immagine del Togo che arriva nei paesi stranieri. Così lo stato attribuisce qualche aiuto alla Pouponnière.
Togo - Lomé, 16 agosto 2008
Oggi è l'ultimo giorno d'Africa. Nel pomeriggio ci si ritaglia un tempo da dedicare ad una riflessione personale di fine viaggio per poi condividere qualche pensiero insieme agli altri.
Raccogliamo pensieri sparsi emersi durante la condivisione finale. Rendiamo grazie al Signore!! Perché ci ha preso per mano.
La sera del sedici agosto l'aereo prende quota, siamo sulla via del ritorno alla nostra vita da occidentali. Riaffiorano i discorsi di quelli che, come noi al primo viaggio, riuniti sotto l'apatam nella quiete africane delle serate africane, vedendo tanta povertà sentivano la piccolezza del loro contributo, definito come "una goccia d'acqua in un immenso deserto assetato", rispetto ai tanti e grandi problemi che affliggono molte nazioni, non solo del continente africano. Ma, giorno dopo giorno, i dubbi e timori erano stati spazzati via dal sorriso dei bambini, quando ricevevano i nostri piccoli doni, e dall'entusiasmo con cui giocavano i ragazzi del gruppo. C'invade la certezza che i nostri doni o la piccola somma che tutti gli aderenti al SEAMI inviano ogni mese, sicuramente non elimineranno la fame e l'ingiustizia da secoli presenti sulla terra, ma daranno, ad ogni bimbo po’ di gioia e può valere un futuro migliore. E poi, anche se in misura infinitesimale, a ricompensare l'arroganza dei popoli ricchi (ricchi, non certo per meriti propri ma perché baciati dalla fortuna di essere nati in terre ricche e generose, non come la terra rossa dell'Africa, bruciata dal sole) verso i popoli poveri.
Certamente, quando saremo in Italia, molti ci chiederanno che "effetto fa l'Africa?". Non sapremo rispondere, perché le parole non potranno mai esprimere pienamente le tante sensazioni vissute. Come si fa a descrivere il calore delle manine dei bimbi che timidamente prendono la tua mano; la dignità e generosità degli adulti nonostante la povertà; il nostro imbarazzo di fronte a tanti ringraziamenti, troppi! (Non siamo venuti in Africa per ricevere ringraziamenti, ma dobbiamo accettarli: è il loro modo di esprimere gratitudine); la profonda fede e totale dedizione, non solo alla causa dei bambini, delle Suore delle missioni. Oppure all'incontro con i bambini adottati e “dell'intima responsabilità" che ora sentiamo di avere con l'Africa e con il Se.A.Mi.
Il viaggio è terminato. In soli quindici giorni l'incontro con il popolo africano ci ha donato molto, ma molto di più di quello che noi in vari anni abbiamo dato, e c'impone una riflessione sul nostro sistema di vita occidentale in cui, spesso, il superfluo è "un'esigenza primaria".
17 agosto 2008-10-18
Siamo tornati a casa, alle nostre vite, ai nostri affetti, ma cosa rimane di questo viaggio? Che senso avrà nella nostra vita? Ogni dono porta con sé un dolce peso di responsabilità per chi lo riceve... perché non vada sprecato! Facciamo fruttificare tutti i doni d'amore ricevuti in questi 15 giorni in questa terra misteriosa e affascinante, che ci ha attirato a sé e ci ha resi fratelli!
Buon cammino a tutti!
MISSIONARI NEL NOSTRO PICCOLO
Comprendere le necessità delle opere sanitarie, seguire l'evoluzione delle loro attività e coadiuvarle per creare nuovi progetti, sono alcuni scopi a cui ho mirato durante il viaggio in Togo e in Burkina Faso e che sono stati raggiunti grazie alla forza irresistibile del loro spirito missionario con cui vivono i problemi di tutti i giorni, mai di facile soluzione.
Il progetto sanitario continua a seguire con perseveranza la sua strada, e ritengo sia necessario dare a tutti voi, sostenitori del Se.A.Mi., un aggiornamento riguardo alle sue attività ed i prossimi obiettivi. Il primo servizio che abbiamo incontrato in questo viaggio è stato quello di suor Leontine a Koupela in Burkina Faso. Leontine, suora togolese, con un amore sconfinato verso gli ultimi ei più maltrattati, verso le persone scartate dalla società e dalla famiglia, ha avuto la forza ed il coraggio di iniziare un'impresa che comprendesse una rivoluzione culturale.
Da tre anni si prende cura dei ragazzi disabili per varie cause (ortopediche, neurologiche, traumatiche) trovati ai margini delle strade, abbandonati dalle famiglie.
Il percorso di recupero da lei impostato prevede quattro tappe: 1. una terapia comportamentale della famiglia (tramite incontri formativi); 2. una terapia medico-chirurgica (i ragazzi sono accompagnati all'ospedale di San Giovanni di Dio a Tanqueita in Benin dove vengono, previo pagamento, visitati e operati); 3. una rieducazione fisioterapica; 4. La scolarizzazione o apprendistato. Il suo è un impegno importante al quale possiamo partecipare solo attraverso un sostegno economico.
Continuando il viaggio siamo arrivati a Niamtougou, il villaggio base della nostra associazione, dal quale ci siamo spostati a Yaka, dove risiede il dispensario Jean Paul II gestito dalle suore di S. Francesco d' Assisi, che sosteniamo da diversi anni, inviando loro medicine e presidi medico-chirurgici.
Il dispensario ha aumentato i suoi spazi con la costruzione di una struttura adiacente a quella principale, grazie all'offerta di tre copie della parrocchia di Santa Paola, che hanno generosamente offerto i doni, chiesti in soldi, del loro matrimonio. Ormai è il centro più efficiente del nord del Togo poiché offre visite eseguite da infermieri professionali, esami di laboratorio, interventi di piccola chirurgia e una farmacia sempre fornita, ad un prezzo equo, con un occhio di riguardo per i pazienti in difficoltà economiche. La loro esigenza in questo momento è la costruzione di un'altra struttura per potere eseguire le vaccinazioni in un ambiente protetto e per poter offrire un'educazione sanitaria agli abitanti del villaggio volta a prevenire i grandi demoni del luogo: AIDS, malaria, parassitosi.
Siamo infine arrivati a Lomé, la capitale. Qui abbiamo avuto la fortuna di visitare la farmacia dei poveri, diretta da suor Emilia, che ha il compito di vendere i farmaci ad un prezzo ridotto ai pazienti, ricoverati nell'ospedale pubblico, che non hanno i mezzi per comprarli nelle farmacie dello stato e che vengono collocati dai servizi sociali in una categoria tutelata. La struttura riesce ad essere più fornita della farmacia dell'ospedale, in parte grazie all'acquisto di farmaci da società con i prezzi modesti, ed in parte, grazie alle donazioni sporadiche di farmaci da parte di ONLUS francesi ed italiane. Questi esempi confermano l'assenza dello stato in questi Paesi ove la salute dei cittadini è nelle mani della chiesa, che con le sue risorse umane apre, dirige e fornisce dispensari ed ambulatori.
È sconvolgente riscontrare in ogni viaggio col Se.A.Mi., lo spirito missionario delle suore in loco, che hanno la premura, l'interesse e la voglia di donarsi al prossimo senza timore né risparmio. Tutto ciò ha rinforzato il mio obiettivo di essere missionario nel mio piccolo...perché non è missionario solo chi parte, lascia il suo habitat, la sua società e si dona totalmente in un altro ambiente, ma lo è anche chi vive giorno dopo giorno nella propria realtà, sempre con un particolare riguardo per gli altri e soprattutto per i più deboli.
I DONI DELL'AFRICA E IL PROGETTO MICROCREDITO (Anna Rita e Salvatore Morra)
La voglia d'adottare un bambino a distanza era maturata da molti anni. Un giorno un'amica ha parlato del SEAMI, quindi l'incontro con suor Elisa (circa cinque anni fa): prima abbiamo adottato un bambino del Togo, Just, e poi la sorella Solange. Le letterine e le loro foto, i progetti realizzati dal Se.A.Mi, i racconti di chi c'era già stato, facevano crescere sempre più il desiderio di andare in Africa. Il 2 agosto, fisicamente vaccinati e psicologicamente "fortificati" dai discorsi e notizie sull'Africa, ricevute nei negli incontri di preparazione al viaggio, siamo finalmente in aereo con destinazione Burkina Faso e Togo. Il primo giorno, nei campi di mais e miglio poco lontano dalla missione di Kupela, la "corazza" psicologica era stata già spazzata via dagli sguardi penetranti dei bambini, dalle colorate e gioiose danze di benvenuto, dalla dignitosa povertà degli adulti e dalla dura realtà africana. Alla mente ritorna la frase di suor Elisa: "quando sarete lì, capirete", che ci ripeteva - al ritorno dal ritiro di Assisi - quando incuriositi le chiedevamo: "Ma come si vive in Africa? Come in Italia 50 anni fa? Perché c'è tanta povertà?” Quanta verità in quella bella frase!
Sono state due settimane ricche di emozioni per tutti, specialmente negli appuntamenti con i gruppi dei bimbi del SE.A.MI, ma anche in tante altre occasioni che hanno coinvolto iniziative per gli adulti, come il nuovo "progetto micro credito".
L'idea alla base del progetto è quella di aiutare, con una piccola somma di denaro, alcune donne del Togo, allo scopo d'incentivare la loro attività commerciale oppure iniziarne di nuove. Ogni donna riceve in prestito una somma di 70.000 CFA (circa 106,00 euro), e dopo sei mesi dove rimborsare con 12 rate di di 6.000 CFA, incluso un piccolo interesse a dicembre di 2.000 CFA. Il ventotto di ogni mese, si ritroveranno per rimborsare i soldi e fare il punto della situazione. Le donne dovranno sostenersi a vicenda e intervenire in caso di difficoltà di una di loro; quindi, ognuna è responsabile del proprio lavoro e del prestito ricevuti, ma tutte sono responsabili del rimborso totale del prestito e dunque anche della riuscita delle attività delle altre.
Il pomeriggio del 12 agosto, nella missione di Niamtogou, incontriamo le 13 donne "scelte" da suor Chantal, che seguirà tutto il progetto. Siamo disposti in cerchio e Suor Elisa espone, con la solita chiarezza, l'iniziativa e ad ogni donna chiede di esprimere il proprio impegno e solidarietà reciproca. Alla domanda: "Sarete solidari tra di voi?" la risposta unanime è "Come le dita delle mani". Ogni donna espone come intende utilizzare il prestito, ad esempio Prisca per il commercio di abbigliamento e lavorazione del capoc (per cuscini), Francine e Justine intendono comprare i prodotti di agricoltura all'ingrosso e poi rivenderli al dettaglio. Olive: compravendita di riso e olio.
Poi vengono consegnati, in contanti, 70.000 CFA ad ogni donna che firma due moduli uguali appositamente preparati, uno per lei e l'altro per suor Chantal, da qualcuno, subito, soprannominata “il banchiere di Dio". L'iniziale imbarazzo delle donne svanisce e il pomeriggio si chiude con scambi di auguri e la speranza che tutto vada per il meglio, così, il prossimo anno la somma restituita, magari con l'aggiunta di un altro contributo del SEAMI, consentirà d'estendere l'iniziativa anche ad altre donne. L'orgoglio, la dignità e la solidarietà scolpite nel volto delle donne, c'infondono la certezza che il progetto micro credito proseguirà con successo.